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Un cambiamento necessario per il settore
La recente introduzione del sistema Rentri, il Registro elettronico per la tracciabilità dei rifiuti, segna un momento cruciale per le imprese italiane. Questo sistema, che mira a garantire una gestione più efficiente e trasparente dei rifiuti, è stato accolto con entusiasmo da molte aziende, ma non senza preoccupazioni. La proroga di 60 giorni per l’operatività del sistema, introdotta con un emendamento al DL “Proroghe”, ha sollevato interrogativi e incertezze, in particolare per le imprese del primo scaglione, che sono tenute a iscriversi entro scadenze precise.
Le sfide della digitalizzazione
Lara Ponti, vicepresidente di Confindustria per la transizione ambientale e gli obiettivi ESG, ha sottolineato l’importanza della digitalizzazione nella tracciabilità dei rifiuti. Questo passaggio non solo migliora l’efficienza del sistema, ma promuove anche una maggiore trasparenza e sostenibilità. Con circa 180.000 imprese già iscritte al nuovo Registro, il sistema è già operativo, nonostante le difficoltà iniziali. Tuttavia, ulteriori slittamenti potrebbero penalizzare le aziende che hanno investito tempo e risorse per adeguarsi alle nuove normative.
Un quadro normativo stabile è fondamentale
È essenziale che le imprese possano contare su regole chiare e su un quadro normativo stabile. La proroga, sebbene annunciata, è ancora soggetta a un decreto ministeriale, il che genera incertezze. Le aziende temono di essere esposte a sanzioni e costi ingiustificati, il che potrebbe compromettere la loro competitività. La digitalizzazione della tracciabilità dei rifiuti non è solo una questione di conformità normativa, ma rappresenta anche un’opportunità per migliorare la gestione dei rifiuti e contribuire a un futuro più sostenibile.